Parashá Shemot
Il testo studiato questa settimana contiene una potente indicazione della natura profetica del lavoro di Moshé. La Lucedel Mondo Infinito indica la missione di Moshé di fronte al popolo, rimuovere l'essere umano dell'umiliazione del mondo limitato (Olam Haze), che è una visione e percezione limitata della realtà e la preparazione per l'arrivo della terra Promessa" (Olam HaBa = Coscienza Illimitata).
(Esodo 3:17) "E dunque dico: Io vi trarrò dall'umiliazione di Mitzraim (Olam Haze)... per una terra dove scorre latte e miele".
Quando il testo parla del "re di Mitzraim" si sta riferendo "all'ego" ed ai suoi sforzi robotici nel tentativo di essere prigioniero nei cavi della coscienza limitata. Per i cabalisti questa è la più grande prigione della natura umana.
(Esodo3:19) "ma io so bene che il re di Mitzraim (Olam Haze) non vi darà il permesso di andare, se non mediante mano forte".
Inoltre Moshé nega per quattro volte la missione che gli viene accordata, nel suo dialogo con la Luce del Mondo Infinito. Ogni volta che nega la natura della sua preparazione, indica qualcosa che dovrebbe essere acquisito nell'esercizio dell'esperienza profetica.
"Chi sono io che dovrei andare dal Faraone?" (3:11).
È importante avere la risposta di - "chi sono io" - per il completamento della più grande missione spirituale. Qui è importante conoscere quale posto si occupa nell'esistenza. La scoperta di "anì", in altre parole, l'essere reale che abita dentro di noi.
"Qual è il suo Nome?" (3:13)
La conoscenza della forza e della natura spirituale del Nome di Dio è essenziale nell'esercizio del lavoro del cabalista. È coinvolta anche la conoscenza degli elementi del pensiero che fanno parte della meditazione e fanno accedere ai livelli superiori dell'anima.
(Esodo 4:1) "Moshé (Netzach) rispose e disse: "Ma, certamente, non mi crederanno, e non ascoltano la mia voce, perché diranno: Yihavehá non ti è apparso".
L'adesione ad un comando spirituale è connessa direttamente ad una "visione", Moshé ha bisogno di avere una visione della Luce in modo che il suo lavoro possa essere compiuto. Per essere sulla strada spirituale è necessario vedere gli elementi che possono indicarci l'adesione al Mondo Infinito che seguono inevitabilmente gli elementi di adesione nel mondo fisico. "L'adesione" è uno stato di sottomissione spirituale in cui il discepolo deve sottoporsi totalmente ad una linea di pensiero, un metodo (la scuola) ed ad un maestro spirituale perché in questo modo può vedere gli elementi superiori "dell'adesione" col Mondo Infinito.
(Esodo 4:10) "Io non sono un uomo di parole... perché sono lento di bocca e lento di lingua....".
L''idea di essere lento di bocca indica che Moshé era ancora collegato con la parola ai livelli inferiori del mondo limitato, le sue parole lente (pesanti) erano sottoposte alla forza di gravità che agisce su tutto quello che collega al mondo fisico. I saggi affermano che la "legge di gravità" è un'espressione (in Malchut) del desiderio di ricevere per se stessi. La sua parola ancora era ispirata dagli elementi della natura fisica ed era necessario cercare un'ispirazione "dall'alto" per l'esercizio della sua missione spirituale. Per i cabalisti, non è abbastanza avere la conoscenza delle parole e del contenuto elementare della conoscenza spirituale, è necessario essere sotto l'ispirazione della Shekinah per parlare degli insegnamenti superiori. È quello che i vecchi maestri chiamavano unzione dall'alto. Anche se c'è la conoscenza delle parole, è necessario che sia guidata dalla coscienza superiore e non solo avere un collegamento con la Verità dell'Alto e avere un potere trasformatore di se stessi.
(Esodo 4:3) "Poi gli disse: gettalo a terra. La gettò dunque a terra, ed essa divenne un serpente. Moshé fuggì da esso”.
Qui Moshé prova il potere spirituale che gli è accordato attraverso questa visione. Dominare il Nachash (il serpente), che è la forza robotica manipolatrice dell'ego che è parte della sua missione spirituale. La "verga" menzionata è la lettera "Vav" e l'associazione al suo Ruach nei livelli dell'anima. Per rovesciare l'azione nociva del Nachash (il serpente) in noi e trasformarlo in luce spirituale è quello che trova il cabalista quando applica la restrizione volontaria nella sua vita.
(Esodo 4:6) "Yihavehá gli disse ancora una volta: Metti ora la tua mano sul petto". Egli si mise dunque la mano sul petto. Quando la spostò, la sua mano era pizzicante come neve (lebbra)".
Moshé ha bisogno di riconoscere il fragile aspetto superficiale del corpo.
(Esodo 4:9) ... Dovrai prendere dell'acqua del fiume Nilo e versarla sull'asciutto; e l'acqua che avrai presa diverrà sangue sull'asciutto".
Quando la Torá si riferisce a Yeor, i saggi lo hanno associato al Nilo, ma il termine usato qui indica più l'idea di "flusso". Yeor è la natura del flusso (shefá) che fluisce nel mondo. La natura dell'iniquità esistente nel mondo fisico (asciutto) in quel tempo, era pieno di giudizio (sangue).
La natura essenziale di questa parashá è indicarci la natura essenziale dello tzaddik e la sua preparazione per quello che rappresenta nella più grande rivoluzione spirituale di tutti i tempi. Secondo le persone sagge della nostra Tradizione in quel tempo (in Mitzraim = Egitto), la forza e l'inclinazione negativa nell'umanità erano giunte a proporzioni allarmanti. Ma perché la Luce del Mondo Infinito aveva permesso all'umanità di arrivare a questo stadio? Perché, siamo influenzati ugualmente da una massa critica negativa continuamente? Attraverso i tempi l'umano ha cercato di trovare una panacea per tutti i problemi, un mezzo, un metodo, una formula per eliminare tutta la sofferenza dall'umanità una volta per tutte. Molti, lungo la storia hanno sognato un mondo come questo, ma per la prospettiva del cabalista, la scoperta di un mezzo per far finire la sofferenza umana darebbe luogo ad una tragedia senza rimedio, peggio di tutte le guerre, tutte le catastrofi, tutte le epidemie, che siano mai avvenute. Quale ragione avrebbe un cabalista di pensare questo? Per il cabalista questo produrrebbe un prolungamento crudele del nostro tikkun, che è il nostro processo di correzione spirituale. Per il cabalista, noi siamo qui in questo mondo per rettificarci, correggersi e migliorare le nostre costituzioni limitate e queste trasformazioni sono prodotte attraverso la resistenza, il male e la sofferenza. Questo processo di correzione è chiamato tikkun.
L'anima è purificata attraverso la resistenza. Pensare un tempo dove tutti gli ostacoli potrebbero essere rimossi sarebbe come pensare ad una tragedia, perché questo prolungherebbe solo l'agonia dell'esistenza limitata e lascerebbe l'intera natura spirituale dell'essere umano, gelata. I cabalisti ci insegnano che ognuno di noi possiede vera aspirazione, che è la Luce del Mondo Infinito a cui ritornare e dobbiamo cercare un livello di adesione con i tzaddikim (giusti) della nostra Tradizione. Uno tzaddik è un uomo santo, una persona di conoscenza. Moshé era un tzaddik, e anche Rav Akiva, Rav Avraham Abuláfia hanno condiviso questo. Una persona che brama trasformarsi in un tzaddik allontana il desiderio di ricevere solo per se stesso e resiste ai desideri del corpo, seguendo solo la volontà dell'anima. Tali persone si incontrano così completamente senza l'aspetto negativo del desiderio e la natura dei sensi comuni è superata da una percezione sensoria più sensibile (derivata dall'anima). Per questo, il tzaddik pratica la restrizione continuamente. Egli tenta di eliminare lo stato di comfort e indulgenza perché queste sono ispirazioni del corpo, causate dal desiderio di ricevere solo per se stessi. È per questo che una mente che dimora nel desiderio di ricevere per se stessa, quando osserva erroneamente la vita di un tzaddik può pensare che lo stesso stia soffrendo, quando nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Lo tzaddik, quando nega di cadere nelle trame del comfort, sale sopra il mondo fisico delle illusioni e degli aspetti esterni, ed è connesso ad una coscienza superiore che è attivata dall'aspetto positivo del desiderio - il desiderio di ricevere per dividere.
La resistenza volontaria del tzaddik provoca l'annullamento del desiderio di ricevere per se stessi, che è la radice di ogni cattiva azione e con questo è capace di trascendere l'estensione negativa. Quando trasformato, il desiderio di ricevere per se stesso, in desiderio di ricevere per dividere, sale sul Olam Tohu (Coscienza del Caos) che rappresenta la realtà fisica ed illusoria che affrontiamo quotidianamente e si unisce con l'Olam Tikun (Coscienza della Correzione) che è la vera realtà Infinita dell'Or Ein Sof (Luce del Mondo Infinito). Quando il tzaddik compie questa operazione nella sua vita, eleva ugualmente tutta l'umanità.
Nello stato inferiore della coscienza del corpo esiste, è la vera realtà Infinita, ed è in questa realtà che il tzaddik è collegato per tutto il tempo. Il tzaddik allontana il desiderio del comfort e l'indulgenza del corpo al fine di soddisfare gli orientamenti dell'anima che sono molto più importanti.
Il circuito spirituale richiede la resistenza volontaria. O restringiamo e riveliamo la Luce o non restringiamo e rimaniamo nell'oscurità. Senza la resistenza volontaria l'uomo non vince l'aspetto negativo del desiderio, lo scopo della sua esistenza non sarà rivelato mai. Perciò, i cabalisti dovrebbero adottare un atteggiamento di resistenza continua, perché quando lo fanno, dissipano l'illusione e attirano la Luce per loro e per l'umanità. Questo semplice meccanismo ha l'unica capacità di eliminare tutte le illusioni del Olam Tohu.